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Pithecusa, alla scoperta dell’isola dei vasai
Dalla terracotta al vino, un viaggio affascinante che ci riporta all’origine della nostra Isola, sin dal suo nome originario: Pithekoussai, dal Greco “pithos” (vaso) ovvero l’Isola dei vasai. Una tradizione che nasce con gli Eubei e continua ancora oggi con le creazioni di famosi maestri artigiani sparsi in tutto il territorio.
L’anfora nella storia dei vini di Ischia
I coloni greci avevano alle spalle un’importante tradizione nell’arte ceramista e sulle nostre coste, oltre a ritrovare il luogo ideale per la produzione di vino, scoprirono tre ottimi motivi per continuare questa nobile produzione, ovvero sole, acqua e argilla. Tre elementi naturali che, uniti alla mano dell’uomo, danno vita a un semplice oggetto che, nel corso della storia, ha avuto una funzione importantissima: l’anfora.
Che fosse affusolata o di forma globulare, di piccole o grandi dimensioni, l’anfora non era destinata solo al trasporto e al commercio marittimo di vino (in questo caso, veniva impermeabilizzata di pece o resina) ma anche per l’olio, le conserve di pesce come il famoso garum, frutta e miele piuttosto che grano o cereali.
A testimonianza delle origini lontanissime della produzione di manufatti in terracotta dell’Isola d’Ischia, la celeberrima Coppa di Nestore custodita nel Museo Archeologico di Lacco Ameno ma anche il Kerameikos, il quartiere dei vasai ritrovato sotto la basilica di Santa Restituta nella metà del secolo scorso: veri e propri artigiani avevano qui le loro botteghe dove firmavano le produzioni più disparate, dal vasellame agli oggetti di uso comune come piatti e bicchieri.
La tradizione isolana vera e propria si rifletteva però nella creazione di grosse anfore destinate al trasporto del rinomato vino dell’Isola, come dimostrato dalla scoperta di una nave affondata al largo di Filicudi, presumibilmente in rotta verso il nord-Africa: al suo interno, infatti, è stata rinvenuta un’anfora attribuita a una delle rinomate fabbriche di terracotta ischitane, proprio grazie al sigillo che ne recava l’origine.
Vini in anfora di Cantine Tommasone
Proprio per celebrare e onorare la lunga tradizione della nostra terra, noi di Cantine Tommasone abbiamo pensato di dedicare una speciale partita di uve, destinate ai rossi Pignanera e Monte Zunta, all’affinamento per sei mesi in anfora di terracotta. Una piccola e limitata produzione di 125 per ciascuna delle due etichette che arriveranno nelle vostre case in pregiatissime anfore create appositamente per noi da artigiani specializzati, complete di una base di appoggio in ferro battuto.
Caratteristiche dei vini Tommasone in anfora
Il pregio dell’anfora è quello di regalare vini riconoscibili nei loro caratteri varietali grazie alla porosità della superficie che non cede nulla al contenuto, al contrario del legno: avremo di conseguenza vini più fedeli al territorio e legati alla tradizione.
Un vero e proprio regalo che destiniamo all’Isola d’ischia e ai nostri più affezionati clienti e che potrete trovare in vendita sul nostro sito (Shop Tommasone) o direttamente in azienda.